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Invito alla lettura di Primo Levi
Invito alla lettura di Primo Levi
Edoardo Bianchini
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Primo Levi (Torino 1919-1987) ha offerto una delle più alte testimonianze sulla tragica realtà dei lager in Se questo è un uomo (1947), dove ha descritto la sua esperienza di ebreo deportato ad Auschwitz; la sua successiva produzione ha indagato il mondo della produzione industriale, volgendosi poi nuovamente al tema delle persecuzioni razziali (Se non ora, quando?, 1982; I sommersi e i salvati, 1986).
Di famiglia non modesta e non religiosa, cresce con qualche problema di salute e una solida formazione classica (al prestigioso liceo D'Azeglio ha come insegnante Cesare Pavese). Interessato dal padre ingegnere alle materie scientifiche, studia chimica all'università e si laurea con lode. Comincia a lavorare (in nero per le leggi razziali) per mantenere la famiglia dopo la morte del padre. Durante la guerra diventa partigiano e viene catturato. Non si dichiara partigiano (evitando la fucilazione), ma ebreo: dopo una sosta al campo di concentramento di Fossoli (Modena), nel febbraio 1944 viene spedito ad Auschwitz. Rimane prigioniero poco meno di un anno fino alla liberazione del campo da parte dei sovietici (27 gennaio 1945). Torna a casa attraverso un tortuoso viaggio che narrerà ne La tregua. Si impiega come chimico in una prima fabbrica di vernici, poi in una seconda in cui rimarrà per 28 anni divenendone direttore.
Muore a 68 anni buttandosi dalla tromba delle scale della casa in cui ha trascorso tutta la vita.
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