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Tre giusti
Tre giusti
Nikolàj Leskóv
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“Le nostre contadine, invece della parola amare, usano la parola compatire. Non dicono: mi ama, dicono: mi compatisce. Secondo me è molto meglio, è una definizione più semplice. Amare-compatire significa amare in senso quotidiano.” Quando Nikolàj Leskóv è morto, nel 1895, Lev Tolstój ha detto: “Il tempo di Leskóv deve arrivare, Leskóv è lo scrittore del futuro”. A leggere questi racconti (L’angelo sigillato, del 1873, A proposito della Sonata a Kreutzer, scritto nel 1890 e pubblicato, postumo, nel 1899, e L’uomo di sentinella, del 1887), si direbbe che quel futuro lì siamo noi. “Leskóv ci ha lasciato tutta una serie di racconti leggendari, al cui centro è la figura del giusto: rara- mente un asceta, quasi sempre un uomo semplice e attivo, che diventa santo, a quanto pare, nel modo più naturale del mondo”. Walter Benjamin
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