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Il pane selvaggio Edition: 1983
Il pane selvaggio Edition: 1983
Camporesi, Piero
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Sullo sfondo di una società povera e stracciata, flagellata da morbi scuri e inquietanti, dominata dai tetri simboli del lazzaretto, del- pspedale, dell'ospizio, balza sulla scena una folla «unta», piagata, in grata, tignosa, ossessionata da demoni, da folletti, da spettri, tenoriz- ata da vermi, lombrichi e da altri sordidi e allarmanti «animacula», diabolicamente e perfidamente possessivi. In questo quadro folto di oscuri «segnali» l’esorcista e l'aromatario s'impongono come «assi- ienti» magico-culturali, primari punti di riferimento d ’un mondo vamp iresco nel quale non solo gli amuleti e i talismani ma il grasso ed il sangue umano erano universalmente accettali dalla farmacopea popo- olare e dalla medicina colta. Fra le idee-forza del libro - che esce ora in questa nuova versione, completamente «rivisitata» e rivista ed arricchita [...]di parti inedite - è che la società preindustiiale viveva in uno stato di allucinazione pressoché continua. Fosse la fame (la più normale» e diffusa delle droghe) con le sue carenze fisiologiche ad innescare il processo di perdita e d ’alterazione della realtà, o la cattiva alimentazione in cui ai cereali si mescolavano erbe malefiche ed alluci- ogene, o l’uso universale dell’oppio (somministrato anche agli infanti) , oppure la ricerca, attraverso le erbe, di sogni non paurosi e d'in- contaminate riserve fantastiche, inseguite con tecniche oniropoietiche stregonesche, il mondo «moderno» offre la sconcertante immagine di un immenso laboratorio di sogni.
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